La leggenda di Cristalda e Pizzomunno: galeotto fu il mare di Vieste

Lo sciabordio del mare di Vieste e le note eteree della canzone di Max Gazzè accompagnano il racconto di una delle storie più romantiche e antiche della tradizione pugliese: la leggenda di Cristalda e Pizzomunno. Per ogni desiderio da esprimere, il maestoso faraglione sarà lì sulla spiaggia ad attenderci per passeggiargli attorno.


Sospese nel tempo e nello spazio sono le storie che col passare dei secoli si cristallizzano nella memoria affinché ognuno possa ripescarle e raccontarle come favole. Alcune di esse non sono semplicemente tramandate a voce di padre in figlio, ma anche cantate e suonate per renderne immortale la trama e il ricordo.

Capita così che in un giorno qualunque di aprile la radio trasmetta La leggenda di Cristalda e Pizzomunno di Max Gazzè e che lo sciabordio del mare di Vieste riprodotto dalla musica sinfonica in sottofondo sembri quasi materializzarsi davanti ai propri occhi. Tra le note del brano sanremese va in scena una delle leggende romantiche più antiche della tradizione pugliese, annoverata tra le più struggenti della cultura popolare dei pescatori.

Cristalda e Pizzomunno, leggenda romantica dalle antiche radici

Ci si ritrova così catapultati sulla spiaggia di Pizzomunno, con la bianca scogliera a strapiombo sul mare e al cospetto dell’imponente blocco monolitico di pietra calcarea alto 25 metri, simbolo del borgo garganico attorno al quale ruotano racconti ricchi di fascino.

Leggenda di Cristalda e Pizzomunno, pescatore del piccolo villaggio di Vieste
Il mare li aveva fatti conoscere e innamorare

La storia d’amore di Cristalda e Pizzomunno affonda le radici in un’epoca lontana, quella in cui Vieste era un semplice villaggio composto da capanne e abitato da pescatori.

Uno di questi era un bel giovane forte e alto chiamato Pizzomunno, il quale perse la testa per Cristalda, una bellissima fanciulla dai capelli biondi come il sole. Il mare li aveva fatti conoscere e innamorare, e proprio sulla spiaggia si incontravano per amoreggiare cullati dal dolce rumore delle onde.

La leggenda di Pizzomunno e Cristalda, una storia d'amore eterno che si rinnova ogni 100 anni la notte del 15 agosto
Foto di Rafael Garcin su Unsplash

Malefiche sirene ammaliatrici

Come ogni favola che si rispetti, però, un nemico non poteva mancare: le sirene ammaliatrici, invaghitesi di Pizzomunno, cercavano di sedurlo col loro canto tutte le volte in cui prendeva il largo. Il pescatore, forte del suo amore per Cristalda, non si lasciò mai tentare dalle lusinghe delle insistenti creature marine, rifiutando persino il dono dell’immortalità che avrebbe ricevuto se avesse accettato di diventare loro amante e re.

La leggenda di Pizzomunno e Cristalda trascinata giù negli abissi del mare di Vieste dalle sirene

Note per il loro spirito vendicativo, le sirene non tollerarono di essere respinte, così, mosse dalla gelosia e indispettite più che mai, decisero di punire Pizzomunno: mentre i due giovani attendevano la notte in riva al mare durante uno dei loro incontri abituali al chiaro di luna, le sirene emersero improvvisamente dalle acque per “portare nel fondo Cristalda in catene”.

La povera fanciulla fu trascinata giù negli abissi per sempre. Il pescatore tentò invano di rincorrere l’amata per salvarla, ma non potette fare altro che lasciarsi lacerare dal dolore. Ne rimase pietrificato a tal punto da trasformarsi nel “gigante di bianco calcare che aspetta tuttora il suo amore rapito” e che è possibile ammirare ancora oggi sulla spiaggia che porta il suo nome.

Pizzomunno e Cristalda, storia di una promessa d’amore eterno che si rinnova ogni cento anni

Secondo la leggenda, la morte non ha scalfito in alcun modo l’amore indissolubile che legava Cristalda e Pizzomunno. “Si dice che adesso, e non sia leggenda, in un’alba d’agosto la bella Cristalda risalga dall’onda a vivere ancora una storia stupenda”, così canta Maz Gazzè, e infatti si racconta che ogni cento anni, la notte del 15 agosto, il maleficio si spezzi e che la fanciulla riemerga dal mare per raggiungere il suo innamorato; quest’ultimo, riacquistate le sembianze umane, può quindi ricongiungersi con l’amata e rivivere il loro antico amore per qualche ora.

Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò.
Max Gazzè

Il maestoso faraglione che impreziosisce la suggestiva spiaggia a sud del centro abitato di Vieste simboleggia, così, la promessa dell’amore eterno che i due amanti decidono di rinnovare ogni volta e che nessuna distanza nel tempo e nello spazio può indebolire o annullare.

Faraglione di Vieste, leggenda di Cristalda e Pizzomunno ad esso legata
Foto di francescoronge su Pixabay

“Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò”. Impossibile non intonare ad occhi chiusi le delicate parole d’amore pronunciate dal cantautore romano e immaginarsi sulla spiaggia di Pizzomunno mentre si passeggia attorno all’enorme scoglio esprimendo un desiderio. La leggenda dice che potrebbe avverarsi, e allora perché non crederci almeno un po’?

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, video del brano presentato al Festival di Sanremo 2018

Cristalda e Pizzomunno, testo della canzone di Max Gazzè

Tu che ora
Non temi,
Ignorane
Il canto…
Quel coro ammaliante
Che irrompe alla mente
E per quanto
Mulini
Le braccia oramai
Non potrai  
Far più niente
Ma se ti rilassi
E abbandoni
Il tuo viso
A un lunghissimo
Sonno,
O mio Pizzomunno,
Tu guarda
Quell’onda
Beffarda
Che affonda
Il tuo amore indifeso   
Io ti resterò
Per la vita fedele
E se fossero
Pochi, anche altri cent’anni!
Così addolcirai gli inganni
Delle tue sirene          
Cristalda era bella
E lui da lontano
Poteva vederla
Ancora così
Con la mano
Protesa
E forse una lacrima scesa
Nel vento.
Fu solo un momento,
Poi lui sparì
Al largo
E lei in casa cantando…
Neppure il sospetto
Che intanto
Da sotto
La loro vendetta
Ed il loro lamento!
Perché poveretta
Già avevano in cuore
I muscoli tesi
Del bel pescatore,
E all’ennesimo
Suo rifiuto
Un giorno fu punito!
Ma io ti aspetterò…
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
E allora dal mare
Salirono insieme
Alle spiagge
Di Vieste
Malvage
Sirene…
Qualcuno le ha viste
Portare
Nel fondo
Cristalda in catene
E quando
Le urla
Raggiunsero il cielo,
Lui impazzì davvero
Provando
A salvarla,
Perché più non c’era…
E quell’ira
Accecante
Lo fermò per sempre
E così la gente
Lo ammira
Da allora,
Gigante  
Di bianco calcare
Che aspetta tuttora
Il suo amore
Rapito
E mai più tornato!
Ma io ti aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent’anni!
Si dice che adesso,
E non sia leggenda,
In un’alba
D’agosto
La bella Cristalda
Risalga
Dall’onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda

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Informazioni doverose: nel 2020 ho curato la rubrica Puglia tra miti e leggende sul Magazine FasanoOnline. L’articolo è stato originariamente pubblicato il 10 aprile 2020 e nella sua impaginazione su carta virtuale, nonché versione originale con un’introduzione diversa riflettente la quarantena che stavamo vivendo, potete leggerlo qui.

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