Sospese nel tempo e nello spazio sono le storie che col passare dei secoli si cristallizzano nella memoria affinché ognuno possa ripescarle e raccontarle come favole. Alcune di esse non sono semplicemente tramandate a voce di padre in figlio, ma anche cantate e suonate per renderne immortale la trama e il ricordo.
Capita così che in un giorno qualunque di aprile la radio trasmetta La leggenda di Cristalda e Pizzomunno di Max Gazzè e che lo sciabordio del mare di Vieste riprodotto dalla musica sinfonica in sottofondo sembri quasi materializzarsi davanti ai propri occhi. Tra le note del brano sanremese va in scena una delle leggende romantiche più antiche della tradizione pugliese, annoverata tra le più struggenti della cultura popolare dei pescatori.
Indice dei contenuti
- 1 Cristalda e Pizzomunno, leggenda romantica dalle antiche radici
- 2 Malefiche sirene ammaliatrici
- 3 Pizzomunno e Cristalda, storia di una promessa d’amore eterno che si rinnova ogni cento anni
- 4 La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, video del brano presentato al Festival di Sanremo 2018
- 5 Cristalda e Pizzomunno, testo della canzone di Max Gazzè
Cristalda e Pizzomunno, leggenda romantica dalle antiche radici
Ci si ritrova così catapultati sulla spiaggia di Pizzomunno, con la bianca scogliera a strapiombo sul mare e al cospetto dell’imponente blocco monolitico di pietra calcarea alto 25 metri, simbolo del borgo garganico attorno al quale ruotano racconti ricchi di fascino.
Il mare li aveva fatti conoscere e innamorare
La storia d’amore di Cristalda e Pizzomunno affonda le radici in un’epoca lontana, quella in cui Vieste era un semplice villaggio composto da capanne e abitato da pescatori.
Uno di questi era un bel giovane forte e alto chiamato Pizzomunno, il quale perse la testa per Cristalda, una bellissima fanciulla dai capelli biondi come il sole. Il mare li aveva fatti conoscere e innamorare, e proprio sulla spiaggia si incontravano per amoreggiare cullati dal dolce rumore delle onde.
Malefiche sirene ammaliatrici
Come ogni favola che si rispetti, però, un nemico non poteva mancare: le sirene ammaliatrici, invaghitesi di Pizzomunno, cercavano di sedurlo col loro canto tutte le volte in cui prendeva il largo. Il pescatore, forte del suo amore per Cristalda, non si lasciò mai tentare dalle lusinghe delle insistenti creature marine, rifiutando persino il dono dell’immortalità che avrebbe ricevuto se avesse accettato di diventare loro amante e re.
Note per il loro spirito vendicativo, le sirene non tollerarono di essere respinte, così, mosse dalla gelosia e indispettite più che mai, decisero di punire Pizzomunno: mentre i due giovani attendevano la notte in riva al mare durante uno dei loro incontri abituali al chiaro di luna, le sirene emersero improvvisamente dalle acque per “portare nel fondo Cristalda in catene”.
La povera fanciulla fu trascinata giù negli abissi per sempre. Il pescatore tentò invano di rincorrere l’amata per salvarla, ma non potette fare altro che lasciarsi lacerare dal dolore. Ne rimase pietrificato a tal punto da trasformarsi nel “gigante di bianco calcare che aspetta tuttora il suo amore rapito” e che è possibile ammirare ancora oggi sulla spiaggia che porta il suo nome.
Pizzomunno e Cristalda, storia di una promessa d’amore eterno che si rinnova ogni cento anni
Secondo la leggenda, la morte non ha scalfito in alcun modo l’amore indissolubile che legava Cristalda e Pizzomunno. “Si dice che adesso, e non sia leggenda, in un’alba d’agosto la bella Cristalda risalga dall’onda a vivere ancora una storia stupenda”, così canta Maz Gazzè, e infatti si racconta che ogni cento anni, la notte del 15 agosto, il maleficio si spezzi e che la fanciulla riemerga dal mare per raggiungere il suo innamorato; quest’ultimo, riacquistate le sembianze umane, può quindi ricongiungersi con l’amata e rivivere il loro antico amore per qualche ora.
Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò.
Il maestoso faraglione che impreziosisce la suggestiva spiaggia a sud del centro abitato di Vieste simboleggia, così, la promessa dell’amore eterno che i due amanti decidono di rinnovare ogni volta e che nessuna distanza nel tempo e nello spazio può indebolire o annullare.
“Ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò”. Impossibile non intonare ad occhi chiusi le delicate parole d’amore pronunciate dal cantautore romano e immaginarsi sulla spiaggia di Pizzomunno mentre si passeggia attorno all’enorme scoglio esprimendo un desiderio. La leggenda dice che potrebbe avverarsi, e allora perché non crederci almeno un po’?
La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, video del brano presentato al Festival di Sanremo 2018
Cristalda e Pizzomunno, testo della canzone di Max Gazzè
Tu che ora Non temi, Ignorane Il canto… Quel coro ammaliante Che irrompe alla mente E per quanto Mulini Le braccia oramai Non potrai Far più niente Ma se ti rilassi E abbandoni Il tuo viso A un lunghissimo Sonno, O mio Pizzomunno, Tu guarda Quell’onda Beffarda Che affonda Il tuo amore indifeso Io ti resterò Per la vita fedele E se fossero Pochi, anche altri cent’anni! Così addolcirai gli inganni Delle tue sirene Cristalda era bella E lui da lontano Poteva vederla Ancora così Con la mano Protesa E forse una lacrima scesa Nel vento. Fu solo un momento, Poi lui sparì Al largo E lei in casa cantando… Neppure il sospetto Che intanto Da sotto La loro vendetta Ed il loro lamento! Perché poveretta Già avevano in cuore I muscoli tesi Del bel pescatore, E all’ennesimo Suo rifiuto Un giorno fu punito! Ma io ti aspetterò… Io ti aspetterò, Fosse anche per cent’anni aspetterò… Fosse anche per cent’anni! E allora dal mare Salirono insieme Alle spiagge Di Vieste Malvage Sirene… Qualcuno le ha viste Portare Nel fondo Cristalda in catene E quando Le urla Raggiunsero il cielo, Lui impazzì davvero Provando A salvarla, Perché più non c’era… E quell’ira Accecante Lo fermò per sempre E così la gente Lo ammira Da allora, Gigante Di bianco calcare Che aspetta tuttora Il suo amore Rapito E mai più tornato! Ma io ti aspetterò… Fosse anche per cent’anni aspetterò… Fosse anche per cent’anni aspetterò… Fosse anche per cent’anni! Io ti aspetterò Fosse anche per cent’anni! Si dice che adesso, E non sia leggenda, In un’alba D’agosto La bella Cristalda Risalga Dall’onda A vivere ancora Una storia Stupenda
Informazioni doverose: nel 2020 ho curato la rubrica Puglia tra miti e leggende sul Magazine FasanoOnline. L’articolo è stato originariamente pubblicato il 10 aprile 2020 e nella sua impaginazione su carta virtuale, nonché versione originale con un’introduzione diversa riflettente la quarantena che stavamo vivendo, potete leggerlo qui.