La leggenda dei trulli siamesi: amore e rancore per le vie di Alberobello

Si narra che ad Aberobello amore e rancore riecheggino da secoli tra le pareti calcaree dei trulli siamesi. Ecco una delle leggende popolari che aleggia per le vie della fiabesca città pugliese dai pittoreschi tetti conici.


Se la Puglia più verace potesse parlare d’amore, lo farebbe come un nonno intento a raccontare ai nipoti storie antiche di faide e segreti. Seduta su un muretto a secco o sulla soglia di casa con la porta semiaperta e la tenda ricamata svolazzante, sfoglierebbe le pagine di un libro ricco di fascino e partirebbe alla volta di un viaggio fatto di ricordi e leggende popolari che resistono al tempo.

Una di queste affonda le radici nel 1400 e prende vita ad Alberobello, la città dei trulli divenuta Patrimonio UNESCO nel 1996. La leggenda dei trulli siamesi si insinua, così, tra le vie di un borgo fiabesco che sa far parlare di sé per la distesa di tetti conici che da sei secoli caratterizza uno dei paesaggi pugliesi più pittoreschi della Murgia.

Puglia, cosa vedere: Alberobello, trullo siamese tra leggenda e realtà
Photo by Urban Peklar on Unsplash

Trullo siamese, Alberobello e le sue enigmatiche costruzioni

Mentre si passeggia lungo via Monte Nero, nel cuore del Rione Monti, ecco comparire una struttura enigmatica dall’atipica forma doppia, nettamente differente rispetto ai trulli adiacenti: i coni e i pinnacoli sono due, ma la rientranza tra questi è stata colmata per collegare due abitazioni fuse centralmente. Da qui l’espressione ‘trullo siamese’.

Stando alla leggenda, tra le loro mura si consumò la storia di amore e rancore di due fratelli per la stessa donna, la quale si innamorò follemente del secondogenito pur se promessa in sposa al fratello maggiore. I tre protagonisti della vicenda vissero insieme fino a quando l’intrigo amoroso fu scoperto. Il primogenito obbligò i due amanti ad allontanarsi dalla proprietà paterna, rivendicandone il possesso assoluto, ma il fratello minore non volle arrendersi e pretese la sua parte di eredità. Essendo costretti ad abitare sotto lo stesso tetto, la casa fu divisa in due con una parete e furono creati due ingressi affacciati su strade opposte.

Se Cupido avesse scagliato la freccia ai cuori giusti, i trulli siamesi non sarebbero mai diventati il simbolo della vita e dell’amore che può separare, sancendo la fine di un legame di sangue che sembra ancora riecheggiare tra le pareti di pietra calcarea dell’abitazione.

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Informazioni doverose: nel 2020 ho curato la rubrica Puglia tra miti e leggende sul Magazine FasanoOnline. L’articolo è stato originariamente pubblicato il 10 gennaio 2020 e nella sua impaginazione su carta virtuale potete leggerlo qui.

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