Viaggio a Marrakech tra profumi che (r)esistono

Odori-guida, fragranze persistenti e vicinanze olfattive. Ecco cosa ho deciso di fare in quarantena: scrivere una lettera alla mia amata Marrakech mentre il profumo di ambra e gelsomino riempie la stanza.


Cara Marrakech, mi manchi. Mi manchi come mancano le cose vissute pelle contro pelle. Mi mancavi un mese fa, e anche il giorno dopo averti lasciata alle spalle per tornare a casa, ma oggi, in questo trentasettesimo giorno di quarantena che sa di primavera scalzata dagli ultimi scampoli d’inverno, mi manchi ancora di più.

Com’è strano sapersi isolati ognuno tra mura e confini invalicabili, distanti gli uni dagli altri per farsi meno male possibile. E com’è rasserenante, però, sapere di averti incontrata, annusata e assorbita in un’altra parte di vita in cui mani e occhi erano liberi di andare ovunque volessero. Per questo torno a sentirti e ricordarti. Per proiettarmi altrove mentre resto ancorata a un presente momentaneamente sospeso.

Ma anche per ricordarmi di avere fede, non tanto in termini religiosi, ma nel senso di avere fiducia in quello che sarà.

Cosa fare a Marrakech: annusarla

Nuda e vera così come sei ti ho immaginato sotto il sole accecante di luglio, generosa e assillante come sa essere chi non ha alcuna intenzione di passare inosservato, ognuno a modo suo. Queste giornate trascorse a lavorare in smart working, respirare a volte in affanno e lasciarmi involontariamente bombardare dalle notizie di un’Italia e di un mondo che non riconosco, hanno però sempre il pregio di concludersi respirandoti.

Per l’esattezza ambra e gelsomino. Sei tu racchiusa in due saponette quadrate conservate nella medesima busta di carta di allora riposta sul mobile nella mia stanza. Sono loro a parlarmi di te, sigillando il ricordo di un viaggio in Marocco tra profumi che (r)esistono nonostante siano trascorsi quasi due anni dal nostro primo arrivederci.

Leggi anche: Marrakech e quella felicità sotto i polpastrelli delle dita

Col senno di poi e senza perdermi in calcoli errati per cambi di denaro impostati sul dirham sbagliato (quello degli Emirati Arabi), nell’Herboristerie Marocaine ne avrei comprate molte di più, per poi abbondare con creme all’argan, erbe per tè e tisane, e spezie marocchine varie con le quali avrei insaporito i miei piatti da cuoca alle prime armi. Se non fosse stato per Brahim del Riad Haraka, non avremmo mai conosciuto il proprietario dal claudicante ma fiero accento italiano con la voglia di farci sperimentare, aspirandolo con forza, le miracolose proprietà curative del cumino nero. Ricordo ancora gli occhi strizzati all’istante per quella sensazione pungente risalita su per il naso e le risate condivise tra quattro pareti inondate di profumi di tutti i tipi.

Abbiamo riso tanto sotto il tuo cielo, sai?
Marrakech, cosa comprare e dove mangiare

Odori-guida e vicinanze olfattive: viaggio a Marrakech e nei ricordi

Nel mio labirinto mentale ci sono odori-guida che riescono a farmi ritrovare la via d’uscita quando temo di aver smarrito i ricordi ed essermi persa (di vista e d’animo) un po’ anch’io.

Ci sono quelli in cui riecheggiano i rimproveri di mia nonna quando con mio fratello improvvisavo il gioco della cassiera mettendo a soqquadro il mobiletto nel quale era solita riporre tutti i detersivi. Quelli che parlano dei primi timidi SMS d’amore scambiati con Lui (il lui di sempre che mi ha portato da te) tra le scie ancora oggi inconfondibili di un deodorante Malizia ritrovato dopo 15 anni tra gli scaffali del supermercato.

Cosa vedere a Marrakech: Piazza Jemaa el Fna e Riad Haraka

Altri sono policromi e poliglotti. In loro rivivono accenti arabi e francesi e pigmenti colorati che permeano stoffe, tappeti e ceramiche. Raccontano di terre calde, vicoli strettissimi percorsi tra mura d’argilla rossa, di cucine speziate e tajine di pollo al limone servito per cena tra le luci soffuse del riad. Odori verdi come la menta, marroni come la cannella, gialli come lo zafferano. Altri rumorosi come quello delle acciughe e delle melanzane fritte nell’olio perennemente sfrigolante in cui ci siamo imbattuti esplorandoti nel cuore della Medina.

Non è un caso che gli odori-guida più intensi siano i tuoi, mi sembra di sentirli addosso ancora oggi. Grazie alle saponette di ambra e gelsomino, mi basta varcare la soglia della camera per ricordare il mio viaggio a Marrakech. Per tornare da te ogni sera. Tu continua ad abbracciarmi sempre così, le distanze non contano se nei miei ricordi sei così viva e persistente come le fragranze della tua terra.

Chiudo gli occhi. Sono a casa, ma anche ovunque nel tempo e nello spazio.

Viaggiare a Marrakech: la Medina e i souk
CONDIVI L'ARTICOLOShare on Facebook
Facebook
Tweet about this on Twitter
Twitter
Pin on Pinterest
Pinterest

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.